Pesaro.  Svelata nella mattinata di sabato 27 aprile la Scultura di Pavarotti insieme alle figlie Giuliana e Cristina.

Pesaro.  Svelata nella mattinata di sabato 27 aprile la Scultura di Pavarotti insieme alle figlie Giuliana e Cristina.

La Capitale italiana dalla cultura ha dato appuntamento davanti al Teatro Rossini per la scopertura dell’opera realizzata dal Maestro Poli e dedicata “all’artista mondiale amatissimo dalla sua seconda città”

Le figlie Giuliana e Cristina, la moglie Nicoletta Mantovani, il regista e scenografo Pier Luigi Pizzi. Erano presenti le figure più care al Maestro Luciano Pavarotti, in piazzale Lazzarini, per la cerimonia di scopertura della scultura bronzea, che la Capitale ha dedicato al “suo” Luciano Pavarotti, “nell’anno straordinario di Pesaro 2024”.

Un regalo alla città e, soprattutto, un omaggio a Luciano Pavarotti – spiegano Matteo Ricci, sindaco di Pesaro e Daniele Vimini, vicesindaco assessore alla Bellezza – artista straordinario mai dimenticato, cittadino onorario di Pesaro che abbiamo deciso di onorare con una scultura bronzea di alto valore”.

Dall’altezza di 192cm, poggiata su una base di marmo, l’opera in bronzo è realizzata con la tecnica della fusione a cera persa, da Albano Poli. A presentarla è stato Andrea Mezzetti, assistente artistico del maestro Poli che è intervenuto durante l’appuntamento promosso da Pesaro 2024 e a cui hanno partecipato Giuliana e Cristina Pavarotti (figlie del tenore; il sindaco e il vicesindaco sono stati al loro fianco durante la posa della stella del Maestro nella Walk of Fame di Hollywood nel 2022), Nicoletta Mantovani (moglie e presidente della Fondazione Pavarotti con cui la città ha stretto un intenso legame), il regista e scenografo Pier Luigi Pizzi, da 40 anni protagonista del ROF. Un Festival che deve tanto a Pavarotti. Fu proprio lui a inaugurare il rinnovato Teatro Rossini nell’aprile del 1980 dopo 14 anni di chiusura, una ricorrenza che diede ulteriore slancio ad un progetto, quello di un festival rossiniano a Pesaro, che pochi mesi dopo vide la luce. Fu nuovamente lui, nel 1986, a incantare il pubblico del ROF con uno storico concerto in piazza del Popolo. E infine, nel 1996, fu lui a inaugurare l’attuale Vitrifrigo Arena, nella quale il Rossini Opera Festival ha allestito alcuni dei suoi ultimi maggiori successi.

Pesaro, Città creativa della Musica UNESCO e Capitale italiana della Cultura 2024 – ricordano sindaco e vicesindaco – deve tanto al Maestro che qui ha intrecciato legami umani, solidali e creativi. Soprattutto nella sua villa immersa ne ‘La natura della cultura’ che ha plasmato Pesaro 2024. Una città che, per il Maestro era ‘il luogo della felicità’ e residenza creativa in cui produceva il suo canto capace di emozionare il pubblico dei teatri di tutto il mondo”.

L’opera è stata collocata in piazzale Lazzarini, all’intersezione con via Curiel, “affinché possa salutare e accogliere con la sua presenza, pesaresi e visitatori che arrivando da via Branca imboccano il piazzale, quasi per invitarli a Teatro” aggiungono Ricci e Vimini.

E proprio il Rossini ha accolto, dopo la cerimonia della statua, alle ore 21, la consegna dei Pesaro Music Awards 2024, premio ideato dall’Orchestra Sinfonica Rossini, in collaborazione con il Comune di Pesaro e il sostegno di OSR Xanitalia “per quelle personalità eccellenti nel settore musicale, che hanno o hanno avuto contatti e legami con la città di Pesaro”. A ricevere il riconoscimento, nella quinta edizione degli Awards, saranno: Pier Luigi Pizzi, regista, scenografo, costumista, direttore artistico e scrittore legato a Pesaro – che gli ha assegnato la cittadinanza onoraria nel 2022 – da numerosissimi allestimenti curati per il Rossini Opera Festival; ItaliaFestival, l’associazione multidisciplinare formata che oggi rappresenta 43 festival italiani e 4 reti di festival, che operano nell’ambito musicale, teatrale, delle arti performative e della danza, della letteratura; il “tenore per eccellenza”, a ritirare il premio è stata la moglie Nicoletta Mantovani, presidente della Fondazione Luciano Pavarotti. La cerimonia è stata inserita all’interno del concerto dell’Orchestra Sinfonica G. Rossini, guidata dal direttore residente, M° Noris Borgogelli. Il programma musicale prevedeva un omaggio a Giacomo Puccini, di cui nel 2024 ricorre il centesimo anniversario dalla morte.

BIOGRAFIA ALBANO POLI
Albano Poli nasce a Verona il 2 agosto 1935. Terminati gli studi presso la scuola d’arte di Verona inizia l’attività di vetratista in una piccola bottega d’arte in un prestigioso palazzo storico in centro a Verona. Dapprima restaura o riproduce vetrate di chiese e via via negli anni, unendo l’abilità manuale al genio creativo, disegna e progetta vetrate con un proprio stile. Più che le forme definite, nelle sue vetrate giocano le composizioni cromatiche ed il cenno allusivo a voler comunicare un preciso messaggio inserendosi armoniosamente nel contesto in cui vengono collocate. La creatività del Maestro Poli lo porta presto a sperimentare espressioni artistiche nuove circondandosi di professionisti e artigiani che assieme a lui crescono con la stessa sensibilità. Il suo laboratorio PROGETTO ARTE POLI è oggi un atelier ispirato alle antiche botteghe rinascimentali dove si progettano e creano opere diverse: non solo vetrate ma anche mosaici, affreschi, opere in bronzo, legno, pietra e metallo. Ognuna di esse si può dire sia l’esito di una sintesi tra l’artista e l’artigiano che in lui si ritrovano. La sua è un’arte in cui creatività, idea, ricerca e antica tecnica convivono in una perfetta simbiosi dove ogni elemento si intreccia con l’altro per trarne nuova energia vitale. Nella sua lunga carriera Albano Poli non ha però mai abbandonato l’attività di restauro. Anche in questo campo Albano Poli non si “limita” e approfondisce tecniche e metodi acquisendo esperienza per affrontare interventi su opere diverse e che gli ha permesso di ottenere la certificazione S.O.A. nelle categorie OS2, OG2, OS6.

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